la mia foto più bella
Potrebbe piacere per i colori e per la qualità dell’immagine, ma un purista potrebbe anche bocciarla: l’inquadratura è incompleta! Si potrebbe valutare l’impatto che suscita, oppure soffermarsi sui dettagli, ce ne sono talmente tanti che 10 minuti non sarebbero sufficienti ad evidenziarli tutti.

La bellezza e lo sguardo incuriosito di quella bimba così piccola che pare starmi sul palmo della mano, sicuramente è la prima cosa che balza all’occhio; poi i ragazzini, io ed i magnifici tappeti colorati che ci stanno attorno. Ma se la considero “la mia foto più bella” è perchè la mia chiave di lettura va oltre.

Ora provo ad inserirla nel suo contesto…

Dalla strada vedo un gruppo di tende alla mia sinistra, proprio in mezzo alla radura: è un “campo nomadi” di consistenti dimensioni. Incuriosito, ma anche parecchio preoccupato del fatto di poter non essere accolto benevolmente, come attratto da una forza superiore devio per un tratto sterrato alquanto sconnesso. In breve sono in prossimità della prima tenda. Spengo, e scendo dalla moto; Thelma fa la sua parte. Io e lei siamo un team ormai collaudato ed ognuno ha dei ruoli ben definiti: lei deve incuriosire, attrarre, meravigliare; dopodiché io devo coinvolgere...

Dei ragazzini mi vengono incontro.

Cerco di essere sorridente, ma il mio viso sicuramente non nasconde una certa tensione: sono solo, in un campo nomadi di una zona isolata dell’Iran meridionale…

Comunque, consapevole che per essere benvoluto dagli adulti devo prima di tutto conquistare i bambini, mi do da fare con loro; se mi tranquillizzassi un attimo mi verrebbe così facile, direi quasi spontaneo… «E allora dai Italo… rilassati e dai il meglio di te!» penso.

Scherzo con i ragazzini, scattando qualche fotografia. Sono già meno teso quando, poco dopo, un adulto mi invita nella sua tenda.

Mi avvicino.

È una tenda di yuta scura, abbastanza grande e completamente aperta da un lato. Al corrente delle loro usanze, prima di entrare e calpestare i magnifici tappeti che la arredano mi tolgo rispettosamente gli stivali.

All’interno ci sono due uomini e due donne, che attendono ai lavori domestici. Una bimbetta piccolissima sta “gattonando” in mezzo a loro. «Sono un turista italiano» faccio capire. Do la mano solo agli uomini, come vuole la tradizione musulmana, e portandomi la mano destra sul petto saluto le donne con un cenno del capo. Loro ricambiano il saluto abbozzando un sorriso.

L’atmosfera è tranquilla. Fra noi non c’è comunicazione verbale, ma io non mi sento “fuori posto”. Mi sto rilassando…

Mi fanno sedere. Alcuni bambini mi attorniano ma io sono attratto dalla bimbetta: è bellissima, pare una bambolina! Le scatto qualche foto e rallegrandomi per la riuscita le faccio vedere alla mamma, zoomate sul monitor della mia digitale: le strappo un sorriso pieno. «Italo siii…» penso, «stai andando benissimo!!». Mi rallegro, ed in questi casi fa presto ad uscire il mio lato migliore.

Scatto ancora qualche fotografia ed in breve tutti ne sono coinvolti.

Vorrei prendere in braccio quella stupenda creatura; ormai ho ottenuto la fiducia della madre e lei non si oppone, anzi.

Poi chiedo ad uno degli uomini di farmi una fotografia… clic.



Compiaciuto ne osservo i dettagli sul monitor. Il ragazzino mi sta guardando sorridente, e la bimbetta, così piccola che quasi scompare fra le mie manone, mi sta osservando, forse stupita ma non certo impaurita.

Ora guardo la mia espressione: «Yeaah…» penso con grande soddisfazione: dai miei occhi e dal mio viso non traspare la minima tensione, tutt’altro, solo ed esclusivamente serenità.

Ormai, ho dimenticato che Thelma giace incustodita fuori dal mio sguardo e sono incurante del fatto di aver appena affidato alle mani di un nomade, la mia nuovissima reflex digitale.

In quel momento… in una tenda di nomadi Qashqai, in un angolo sperduto della regione di Fars, nell’Iran meridionale, sono riuscito a liberarmi da ogni tensione, ed in quest’immagine mi identifico pienamente.

Il mio cuore sorride…

Ecco perché la considero “la mia foto più bella”.


Italo Barazzutti
In viaggio per amicizia!


Foto e testi tratti dal mio libro: sulla via della Seta