sulla via della Seta
Qui di seguito vi propongo alcuni passi del libro “sulla via della Seta” pag 15

………… Fremo… e siamo alle battute finali.
Con il fotografo chiarisco gli ultimi dubbi riguardo all’uso della mia nuova reflex digitale, ed insieme al mio amico dottore metto a punto la cassetta dei medicinali. Farmaci specifici per l’altitudine non mancano, e neanche potenti antinfiammatori, nel caso la schiena superasse il livello di sopportazione. Per ora intanto, con diverse sedute di ozonoterapia sono riuscito a ridurre notevolmente il problema, ed in palestra, nonostante gli acciacchi, mi sono rimesso in discreta forma. Thelma, al contrario, beneficiando delle varie migliorie ricevute nel corso degli anni, appare perfetta e bramosa di cominciare.
È ora di preparare i bagagli. La cassetta degli attrezzi è ben dotata; fornendomi della quantità necessaria, programmo un cambio d’olio. Prevedendo benzina di bassa qualità mi premunisco con l’apposito additivo, per quando, mi auguro, dovrò affrontare gli altissimi passi kirghizi.; per regolare la pressione delle gomme ho un compressorino da collegare alla batteria.
Il martedì, giorno designato alla consegna del passaporto, non ne vedo traccia. Nel tardo pomeriggio, preoccupatissimo telefono all’impiegata ma questa, come niente fosse si giustifica dicendo che se n’è dimenticata. «Come dimenticata?!?!» sbotto. Mi assicura comunque che lo spedirà domani: considerando i tempi dello spedizioniere, potrò ritirarlo giovedì mattina al deposito di Udine, prima di proseguire verso la Slovenia.
Ho scambiato un ragionevole quantitativo di dollari; la patente internazionale è a posto, così come la fideiussione bancaria indispensabile per entrare in Iran. Preparo il vestiario badando ad essere essenziale, senza dimenticare l’equipaggiamento contro il freddo che sicuramente incontrerò. La logistica come il solito sarà “on the road” ma per ragioni di ingombro evito la tenda, porterò solo il sacco a pelo. Consapevole della sua importanza, ricontrollo la borsa dei medicinali e con cura preparo quella dell’igiene personale. Non ho dimenticato i vari caricabatteria, le istruzioni della macchina fotografica, gli appunti con indirizzi e numeri di telefono… c’è tutto!
Alla sera, dopo una giornata frenetica passata attorno a lei, mi fermo ad osservarla: è bella come una reginetta eppure… che “gran donna di mondo”! Thelma, faraonica campeggia al centro del garage quasi occupandolo per intero, ma al contrario di una donna di mondo, è pronta a servirmi, come una fedele concubina.
Nei giorni scorsi ho salutato amici e colleghi badando a non dimenticare nessuno; e con il piglio di chi si appresta ad una lunga assenza, ho salutato Lei. Mi ha dato fiducia, mi ha chiesto lealtà…
L’impiegata dell’agenzia mi ha comunicato via internet il codice della spedizione e così, con la serenità di chi si sente pronto e quell’ansia che giustamente precede un impegno importante, mi accingo a passare la notte, prima di dare il via alla mia nuova, grande avventura…

     
   

Ed ancora qualche passo… pag 53

Mi sveglio qualche ora più tardi. La temperatura si è abbassata notevolmente e, piuttosto infreddolito, faccio capolino. Thelma è lì, immobile, esattamente come l’ho lasciata; e tutt’attorno regna lo stesso silenzio. Sono le due di notte. Per ripararmi dal freddo mi infagotto ulteriormente tirandomi sopra il telo della moto e proprio mentre sto per sigillarmi al meglio mi cade lo sguardo: «Woh!!!», sobbalzo incredulo. Il cuore accelera e prende a battere fortissimo, mentre una sorta di nodo mi chiude la gola. Strabuzzo gli occhi intorpiditi dal risveglio ma abbagliati dalla visione: «Sto forse sognando?!?!» mi chiedo attonito.
La luna se n’è andata a dormire e le nuvole, volate via, hanno lasciato il posto ad un cielo nero come il petrolio. Sopra di me un tappeto… no, ma che dico, un cielo… un grande, infinito cielo trapuntato di stelle come non ne avevo visti mai! Migliaia, milioni, miliardi di astri brillanti “forano” l’immacolata atmosfera del deserto per omaggiarmi del panorama più bello. «Dio che spettacolo!». Ora è il Creato a fare meraviglie. Gli occhi raccolgono, e senza passare per il cervello, trasmettono direttamente al cuore: «Dio che emozione!». Ed ancora continuo: «Dio Ti ringrazio!». Ti ringrazio, per avermi “ingarbugliato” la giornata di ieri tanto da costringermi in questo deserto. Ti ringrazio, per avermi dato la forza di reagire senza perdere la calma, e Ti ringrazio ancora, perché nonostante a 46 anni Tu mi abbia fatto conoscere l’amarezza e la frustrazione, riesco ancora a meravigliarmi ed a piangere; alla vista di un cielo stellato.
Ora una lacrima mi entra nell’orecchio, mentre esprimo il mio desiderio più grande…


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